Tramonto

Toh un tramonto.
I tramonti piacciono a tutti.
Non sono come le albe, non hanno bisogno di una sveglia anticipata o di una nottataccia per essere ammirate.
Arrivano in fretta, basta aspettarle, anzi sono loro ad aspettare te.
Puoi avere qualsiasi stato d’animo.
Puoi essere triste: leggerai tristezza in quei colori.
Puoi essere felice: leggerai felicità  negli stessi colori.
Ma disintossicato dagli stati d’animo ti perderai nei colori così diversi fra loro, ma uniti da una linea invisibile.
Mescolati su di una tavolozza a spirale, le linee più esterne dai toni caldi ti spingono verso il centro: posto in cui i grigi trattengono il pensiero.
Non puoi evitare – con lo sguardo – di saltare da un angolo all’altro di questa opera d’arte della natura frettolosa di autodistruggersi.
Ecco, il problema dei tramonti è la fretta.
Hanno troppa fretta di farti rimanere a bocca aperta per scomparire l’attimo successivo.
Non regalano mai il tempo di abituarsi a loro, e mentre cerchi di cogliere una sfumatura, un dettaglio, hanno già  cambiato tutto o sono scomparsi.
Così sarai costretto ad attendere il tramonto del giorno dopo, ma sarà  diverso, non sarà  lo stesso e si prenderà  gioco di te nuovamente.
Sì è proprio la fretta di mutare a rendere il tramonto magico e mai banale.
Chissà  se anche gli umani avessero questo dono cosa succederebbe.

I figli

Tengono la tua mano perché per loro sei una guida. 
Cercano il tuo sguardo per essere rassicurati nei momenti di incertezza.
Ti abbracciano con una tale intensità  da non poter fare a meno di sentire tutto il loro amore.
Un giorno non lo faranno più.
Oggi non è quel giorno.