Casa

Capita di passare molto tempo in un posto.
Sempre lo stesso.
Ti ci abitui, diventa familiare.
Usi la solita panchina.
Cerchi di fermarti nel solito angolo.
Parli con le stesse persone divenute quasi familiari.
Crei il tuo rituale per sentirti al sicuro, protetto, a casa.
Una manciata di minuti della giornata saranno impiegati per stare lì.
Così per spezzare la frenesia delle giornate questo angolo si trasforma, per caso, nel polmone artificiale che ti permetterà  di respirare una volta in più.
Ma all’improvviso, senza alcun motivo apparente, si svuota, perde il suo scopo.
Ti ostini, ci torni più volte sperando sia solo un caso sporadico l’essere vuoto.
Alla fine devi arrenderti.
Quel posto è vuoto e non si riempirà  nuovamente.
Lo fotografi, lo memorizzi, e lo custodirai dentro come il posto che ti ha fatto sentire a casa.

In braccio a mamma

E’ impossibile averlo perso.
Dove lo avrò mai lasciato?
Ho rovistato in ogni angolo di casa e non riesco a trovarlo.
Sarà  sicuramente in uno dei cassetti del piccolo mobile all’angolo.
Lì non guarda mai nessuno, anche la polvere lo ignora, ma ormai manca da perquisire solo lui.
E mentre sono alla ricerca dell’oggetto perduto salta fuori, dal nulla, una vecchia foto.
Una foto scattata con una macchina fotografica a rullino, stampata su carta e riposta in attesa di scatenare ricordi, emozioni.
E’ la fortuna di chi come me ha vissuto quegli anni ed ora può permettersi il lusso di ritrovare, per caso, pezzi di vita sparsi qua e là .
Le foto sono così, se ne stanno in agguato, quatte quatte in attesa di poterti aggredire, saltare al collo e morderti.
Un po’ di luce e sbam, ti danno un pugno nella pancia e smetti di respirare per un istante.
Le emozioni legate ad una foto sono come una valanga, puoi galleggiarci sopra, così come puoi esserne completamente sepolto.
Non è da meno questa.
Un bimbo in braccio alla sua mamma.
Una donna nel pieno della vita nei suoi anni più belli.
Una giovane donna con chissà  quali aspettative, desideri, speranze.
E’ molto strano vedere i propri genitori da giovani, sarebbe stato bello conoscerli, parlarci, uscirci insieme.
Chissà  se saremmo potuti essere amici o avremmo litigato con la stessa forza di oggi, tanto poi tutto passa, si sistema, senza rancore, volendosi più bene di prima.
Ma basta fare pensieri di questo tipo, c’è un oggetto da cercare e lui non vuole farsi trovare.