Rosanna Vanossi

I giorni scorsi sono andata a cercare quella vecchia edizione di Pinocchio che ho letto e riletto da piccina ma non c’è più…
Chissà  a quale dei tanti bambini del parentado cresciuti dopo di me sarà  stata regalata o forse quella copertina rossa, troppo elegante per un’edizione per bambini e troppo logora per fare bella figura, ha segnato il suo destino tra la carta da macero.?
Davvero strano il criterio con il quale le persone, incuranti se appartengano loro o meno, decidano di disfarsi di questo o di quell’oggetto o al contrario di conservare proprio quest’altro.?
Una soffitta impolverata colma stracolma di oggetti, insignificanti ai miei occhi ma che qualcuno ha deciso di conservare, tra i quali ero convinta di ritrovare un caro vecchio amico tanto prezioso forse solo per me.?
Ma…?
Chissà  perché speravo di ritrovarlo proprio lì, tra le cose dimenticate.
In fondo è solo colpa mia: avrei dovuto prendermene cura!
Forse anche questa è una metafora della vita.

Pinocchio perduto

In braccio a mamma

E’ impossibile averlo perso.
Dove lo avrò mai lasciato?
Ho rovistato in ogni angolo di casa e non riesco a trovarlo.
Sarà  sicuramente in uno dei cassetti del piccolo mobile all’angolo.
Lì non guarda mai nessuno, anche la polvere lo ignora, ma ormai manca da perquisire solo lui.
E mentre sono alla ricerca dell’oggetto perduto salta fuori, dal nulla, una vecchia foto.
Una foto scattata con una macchina fotografica a rullino, stampata su carta e riposta in attesa di scatenare ricordi, emozioni.
E’ la fortuna di chi come me ha vissuto quegli anni ed ora può permettersi il lusso di ritrovare, per caso, pezzi di vita sparsi qua e là .
Le foto sono così, se ne stanno in agguato, quatte quatte in attesa di poterti aggredire, saltare al collo e morderti.
Un po’ di luce e sbam, ti danno un pugno nella pancia e smetti di respirare per un istante.
Le emozioni legate ad una foto sono come una valanga, puoi galleggiarci sopra, così come puoi esserne completamente sepolto.
Non è da meno questa.
Un bimbo in braccio alla sua mamma.
Una donna nel pieno della vita nei suoi anni più belli.
Una giovane donna con chissà  quali aspettative, desideri, speranze.
E’ molto strano vedere i propri genitori da giovani, sarebbe stato bello conoscerli, parlarci, uscirci insieme.
Chissà  se saremmo potuti essere amici o avremmo litigato con la stessa forza di oggi, tanto poi tutto passa, si sistema, senza rancore, volendosi più bene di prima.
Ma basta fare pensieri di questo tipo, c’è un oggetto da cercare e lui non vuole farsi trovare.