Tavolo per due

Dall’interno della stanza, appena illuminata dai pochi raggi di sole rimasti, ammira, seduta sulla vecchia poltrona, le ombre dei rami spogli, riflessi sulla terra riscaldata dall’ultima giornata autunnale.
La mente, libera, danza sulle punte accompagnata dalle note librate in aria – suonate dal pianoforte dei ricordi. –
Il corpo, prigioniero di se stesso, guarda l’anima fuggita oltre il vetro.
Siede sul davanzale, con le braccia attorno alle gambe.
Attende.
Un altro giorno è passato.
Un altro tramonto sta per lasciare il posto ad una nuova oscurità .
Un altro pezzo di speranza ha abbandonato il tavolo, apparecchiato per due, rimasto anche oggi vuoto.

Questo racconto è stato analizzato dalla scrittrice Maggie van der Toorn che lo ha valutato così:

Il vecchio

Un uomo curvo sotto il peso dell’esperienza.
Le braccia dietro la schiena tradiscono la stanchezza.
Un vecchio berretto sulla testa comprime i pensieri.
Va’ a passo lento – sul sentiero già  tracciato da altri – nel bosco dei ricordi.
Sereno – sostenuto dal leggero vento alle spalle – percorre brevi momenti vissuti, importanti.
Sorride – sapendo di non poterne creare molti altri – consapevolezza di fortuna.
Guarda il cielo – disteso sul prato morbido – lo spostarsi irregolare delle nuvole, impossibile fermarle, spedite.
Ringrazia.
È stato, non sarà .