Attore solitario
osservi un pubblico
assente.
Su palco vuoto
muovi il corpo
sicuro.
Reciti virtù
prive di forma
perse tra la brezza.
Menzogna
tua certezza.
Raggiro
tua illusione.
Navighi,
vento di convinzione
gonfia le vele,
escludi sconfitta.
Mostro;
verità di te si fa gioco,
indossa
un mantello invisibile e
brama giustizia.
Colpito,
perdi la maschera
e
polvere divieni.
Esserci
Premessa:
questa foto è stata scatta per la mostra “Autofocus” ideata e prodotta dalla fotografa Alice Asinari ed è per questo di sua proprietà .
Questo è il racconto di come mi sono trovato invischiato in questa situazione:
Amici, una tarda domenica sera, mentre sfuggono dal freddo.
Qualche seggiola, un tavolino e poggiati sopra, alcuni bicchieri gelati.
La schiuma bianca traboccante aggredisce il vicino e indifeso liquido incolore analcolico.
La debole luce riscalda l’ambiente tenuto volutamente privo di passionalità .
Immersi tra gli affluenti delle parole, le conversazioni, i racconti, i ricordi.
Dalla faretra colma di frecce, vengono prelevate e scagliate idee nel vuoto.
Tra di esse, una colpisce il centro del bersaglio.
Involontariamente, ma lo fa.
E così ti ritrovi ad essere tu, per una volta, il cerchio rosso al centro del bersaglio.
Colpito e affondato da una di quelle frecce.
Perché quando un amico, un’amica in questo caso, racconta involontariamente di non essere riuscita a risolvere un piccolo intoppo, non puoi fare a meno di offrire un appiglio a cui aggrapparsi.
E da tutto ciò ti ritrovi a far parte di un’idea prima, di un progetto dopo.
Idea voluta, curata e prodotta dalla momentanea proprietaria di uno di quei bicchieri.
Idea che mi ha permesso, insieme a tanti altri ragazzi, di essere un attore diretto dalla regista di tutto.
Idea che alla fine ha dato come risultato questa foto.
E quella che doveva essere una soluzione ad un intoppo, si è trasformata in una nuova esperienza per me.