Questa è una raccolta di parole non mie, scritte da altri, ma scelti da me, per un mio esclusivo gusto personale.
Monologhi, stralci di libri, aforismi, etc..
Tutto quello che merita eco, evidenza o di essere messo in risalto.
La sensibilità è una forma di intelligenza, inutile spiegarla a chi ne è privo.
Anonimo
Ho visto persone volersi talmente bene che ora neanche si parlano più.
Anonimo
Diventare un adulto è senza dubbio il desiderio più stupido che potessi avere da bambino.
Anonimo
Amo le persone che ricordano i dettagli. Le grandi cose se le ricordano tutti.
Anonimo
Quando è scomparso? Il dolore? Mai. Si è solo nascosto dietro ad altre cose.
Anonimo
L’unica verità è la realtà .
Anonimo
Il ponte più difficile da attraversare è il ponte che separa le parole dai fatti.
Anonimo
Andateci piano con le belle parole perché poi arriva il momento di dimostrarle.
Anonimo
Le persone migliori che ho conosciuto non mi hanno mai fatto promesse, ma io so che le hanno mantenute.
Anonimo
Fa male tanto quanto ha fatto bene in precedenza.
Anonimo
Chi ha toccato il paradiso, potrebbe poi contentarsi della vita di tutti i giorni?
Anonimo
Comincerà a sentire la tua assenza quando si renderà conto di quanto bene gli facevano le tue attenzioni.
Anonimo
Non ti auguro il peggio, non ti lancio maledizioni, ma ti auguro di sentire la mia mancanza fin dentro le ossa. Di voltarti perché convinto di aver sentito la mia voce, di rileggere i messaggi. Ti auguro di girarti a cercare la mia risata nella folla e la mia mano dentro la tua. Ti auguro di sentire la mia mancanza tanto da sentire il respiro mancarti per qualche istante. Questo ti auguro.
Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo.
Anna Karenina
Quell’espressione fanciullesca, insieme con la sottile grazia della figura, formavano un insieme di bellezza ch’egli poteva facilmente capire: ma quello che in lei lo colpiva sempre in modo inaspettato era lo sguardo dolce, tranquillo, sincero e specialmente poi il suo sorriso che lo trasportava sempre in un mondo incantato, dove si sentiva intenerito, raddolcito, come si sentiva nei giorni della sua prima infanzia.
Anna Karenina
Tutto era illuminato da lei. Ella era il sorriso che dava luce a tutto d’intorno. “Davvero potrò scendere lì sul ghiaccio, avvicinarmi a lei?” Pensò. Il luogo dove ella era gli sembrò un luogo sacro, inaccessibile, e ci fu un momento in cui egli fu quasi per andarsene, tanta paura gli era venuta. Dovette fare uno sforzo su se stesso e considerare che vicino a lei camminava gente d’ogni specie, che anch’egli poteva andar lì a pattinare. Egli scese, rifuggendo dal guardarla a lungo, come si fa col sole, ma la vedeva, come il sole, senza guardarla.
Anna Karenina
Capì che, non solo ella gli era vicina, ma che ora non sapeva più dove finiva lei e dove cominciava lui.
Anna Karenina
No, non ti libererai e non diventerai un altro, resterai quello che sei: con i dubbi, il continuo malcontento di te stesso, gli sterili tentativi di perfezionamento, le ricadute e l’eterna attesa d’una felicità alla quale non sei destinato e che non puoi conseguire.
Anna Karenina
Ma in lei c’era qualcosa che la metteva al di sopra del suo ambiente: in lei c’era lo splendore di un brillante autentico in mezzo a brillanti falsi. Questo splendore le veniva dagli occhi bellissimi e veramente misteriosi. Lo sguardo stanco e nello stesso tempo appassionato di quegli occhi colpiva per la sua assoluta schiettezza. Guardandola negli occhi pareva leggere nella sua anima, e conoscerla significava amarla.
Anna Karenina
Volevo solo dire che le idee che hanno enormi conseguenze sono idee semplici. E l’idea mia è tutta qui: se le persone viziose sono tutte quante collegate tra loro e appunto perciò costituiscono una forza, allora basterà che le persone oneste facciano anche loro altrettanto. È così semplice.
Guerra e pace
“Non avrei mai creduto a chi mi avesse detto che sarei stato capace di amare così,” disse il principe Andrej, “È un sentimento del tutto diverso da quello che ho provato in altri tempi. Il mondo intero per me è diviso in due metà, adesso: una è lei e lì è riposta tutta la felicità, la speranza, la luce; l’altra metà è tutto il resto; e dove lei non c’è tutto è desolazione e tenebre.”
I bei ricordi non scompaiono mai. Nel peggiore dei casi si addormentano nei sotterranei dell’anima… …salvo poi risvegliarsi all’improvviso quando sentono il motivo di una vecchia canzone.
Gypsy è una serie televisiva statunitense creata da Lisa Rubin per Netflix. La serie ha come protagonista Naomi Watts nei panni di una terapista che comincia una pericolosa relazione intima con la fidanzata di un suo paziente.
Voce fuori campo: Ho sempre pensato che fossero le persone stesse a determinare la propria vita, che fossimo noi al comando, ad imporci sul nostro futuro, con la facoltà di scegliere il nostro partner, la nostra professione, con addosso la responsabilità di prendere decisioni che plasmano la nostra vita. Eppure, c’è una forza più potente del libero arbitrio: il nostro subconscio.
Sotto i completi eleganti, dietro le porte chiuse, agiamo tutti spinti dagli stessi desideri, siano essi puri, oscuri o persino riprovevoli. Più si osserva una persona, più si capisce che nessuno di noi è davvero ciò che afferma di essere e, di fatto, nascosto nel profondo, si cela sempre un segreto: in realtà , potremmo rivelarci una persona diversa.
L’avvocato del diavolo un film del 1997 diretto da Taylor Hackford e interpretato da Al Pacino nei panni di John Milton, Keanu Reeves interpreta Kevin Lomax e Charlize Theron è Mary Ann.
Milton: Avevi ragione su una cosa Kevin: io stavo osservando. Era più forte di me. Osservavo e aspettavo. Non potevo farne a meno. Ma non sono un burattinaio Kevin. Io non faccio succedere le cose. Non è così che funziona. Kevin: Che cosa hai fatto a Mary Ann? Milton: Libero arbitrio! È come l’ala della farfalla: una volta toccata, non si solleva più da terra. No. Io ho solo preparato la scena. I fili te li tiri da solo. Kevin: Che cosa hai fatto a Mary Ann? Milton: Una pistola? Qui? Kevin: Ti ho chiesto che cosa hai fatto a mia moglie! Milton: Beh. Su una scala da uno a dieci, nella quale dieci è l’azione più depravata del teatro sessuale conosciuta dall’uomo e uno la media normale del venerdì sera in casa Lomax io direi, senza peccare di immodestia, che Mary Ann ed io siamo arrivati più o meno a sette!
John: Io ho concluso. La vanità è decisamente il mio peccato preferito. Kevin è elementare: la vanità è l’oppiaceo più naturale. Non è che non ti importasse niente di Mary Ann, Kevin. E’ solo che tu eri un po’ più impegnato con un’altra persona, te stesso.
John: Voglio che tu sia te stesso. Lasciate che te lo dica figliolo: il senso di colpa è come un sacco pieno di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo! Christabella: Ehi lo so a cosa stai pensando, ci sono passata anche io, vieni qua, dai lasciati andare. Kevin: No, non posso farlo. John: Per chi è che ti incolli tutti quei mattoni, si può sapere? Dio? È così? Dio. Beh Kevin, ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio. A Dio piace guardare. È un guardone giocherellone, riflettici un po’. Lui da all’uomo gli istinti. Ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento. Per farsi il suo bravo, cosmico spot pubblicitario del film. Fissa le regole in contraddizione, una stronzata universale. Guarda ma non toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non inghiottire. E mentre tu saltelli da un piede all’altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché? È un moralista! È un gran sadico! È un padrone assenteista, ecco che cos’è! E uno dovrebbe adorarlo?! No, mai! Kevin: Meglio regnare all’inferno che servire in Paradiso, non è così? John: Perché no? Io sto qui col naso ben ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare! A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato! E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante la sua maledetta imperfezione. Io sono un fanatico dell’uomo! Sono un umanista. Probabilmente l’ultimo degli umanisti. Chi sano di mente, Kevin, potrebbe mai negare che il XX° secolo è stato interamente mio? Tutto quanto Kevin! Ogni cosa! Tutto mio! Sono all’apice, Kevin. È il mio tempo questo. È il nostro tempo.
John: Un brutto vizio quello di consigliare. Ma mi permetti un suggerimento? È una cosa che riguarda la tua pettinatura, puoi anche ignorarlo. Mary Anne: No, coraggio, che c’è non le piace? John: No, mi piace molto, è bellissima, e che… non ti appartiene, tu sei troppo viva per la permanente, non ti dona. Tirateli un po’ su. Fallo, vediamo che succede. Mary Anne: Adesso, qui, lei vuole che mi tiri su i capelli. John: È così tremendo? Lo farei io, ma se lo facessi, tutti quelli che ci guardano facendo finta di niente, penserebbero che stiamo scopando o qualcosa del genere. Ti prego. Mary Anne: Come vuole. John: È bello aver ragione. Sei stupenda. Ti devi tagliare i capelli. Mary Anne: Dice sul serio? John: Le spalle di una donna sono gli avamposti della sua mistica, e il suo collo, se è viva, ha tutto il mistero di una città di confine, di una terra di nessuno, è il conflitto tra la mente e il corpo. Vedi, il tuo colore naturale darebbe risalto ai tuoi occhi.
Perché aspettiamo per qualsiasi cosa? Perché non afferriamo immediatamente il piacere? Quante volte la felicità viene distrutta dalla preparazione, stupida preparazione.
Emma
Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami. Mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo, vi amo e d’ora in poi non voglio più separarmi da voi.
Orgoglio e pregiudizio
Sono poche le persone che amo veramente e ancora meno quelle di cui penso bene. Più conosco il mondo, più ne sono scontenta; ogni giorno conferma la mia opinione sull’incoerenza degli esseri umani e sull’impossibilità di fare affidamento su ciò che sembra meritevole o sensato.
Orgoglio e pregiudizio
Così si sentiva umiliata e afflitta e piena di rimorsi, pur non sapendo precisamente neanche lei per cosa. Cominciava a desiderare la stima di lui, ora che non ci poteva più sperare: avrebbe voluto avere sue notizie, ora che non c’era più probabilità di averne. Ebbe la certezza che con lui sarebbe stata felice, ora che non era più probabile che si incontrassero.
Orgoglio e pregiudizio
Non posso più ascoltare in silenzio. Devo parlarvi con i mezzi che ho a disposizione. Mi straziate l’anima. Sono metà in agonia e metà pieno di speranza. Ditemi che non è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti non sono svaniti per sempre. Mi offro di nuovo a voi con un cuore ancora più vostro di quando lo avete quasi spezzato la prima volta otto anni e mezzo fa. Non osate dire che un uomo dimentica più presto di una donna, che il suo amore ha una fine più prematura. Non ho amato altri che voi. posso essere stato ingiusto, debole e pieno di risentimento, ma mai incostante.
Non sono al tuo fianco, Anna, io sono il tuo fianco. Sei la parte mancante che torna da lontano a combaciare.
Il giorno prima della felicità
Così ho deciso che questa è la mia definizione della parola amore: tu.
Impossibile
Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.
I pesci non chiudono gli occhi
Anche se so che c’è un guaio in programma, il solo fatto di essere annodati alla stessa corda, mi illude di un’intesa tra noi due. È un errore, ma non riesco a voler male a questa donna, pure se mi sta tradendo.
La natura esposta.
Quando ti viene nostalgia non è mancanza. E’ presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti.
Montedidio
Di questo per me si tratta, di essere il resto di alcune persone, delle loro sottrazioni. Porto il vuoto che mi hanno lasciato.
Non ora, non qui
Voglio tentare di stare con te. Voglio credere che è possibile, anche se non per ora, anche da lontano. Ho bisogno di aspettare qualcuno che non somigli a nessuno e tu sei questo.
Will Hunting – Genio ribelle film diretto da Gus Van Sant interpretato da Matt Damon, Robin Williams e Ben Affleck.
Sean: Pensavo a quello che mi hai detto l’altro giorno, riguardo al mio dipinto. Will: Ah. Sean: Sono stato sveglio tutta la notte a pensarci. Poi ho capito una cosa, e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo, e da allora non ho più pensato a te. Sai che cosa ho capito? Will: No. Sean: Sei solo un ragazzo. Tu non hai la minima idea delle cose di cui parli. Will: Grazie tante. Sean: Non c’è di che. Non sei mai stato fuori Boston. Will: Nossignore. Sean: Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti. Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il Papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto. Mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta, ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? Ancora una volta sulla breccia, cari amici! Ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l’ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile, non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d’ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine orario delle visite non si applica a te. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma sei un genio, Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché, sai una cosa, non c’è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo vero, campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. A te la mossa, capo.
La Grande Bellezza film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino, con attore principale Toni Servillo che interpreta Jep Gambardella.
Stefania: Io ho provato a cambiare le cose con la Letteratura. Io ho scritto undici romanzi di impegno civile e il libro sulla storia ufficiale del Partito. Jep: Hai dimenticato la collaborazione per i testi di quel reality… come si chiama? Romano: “La Fattoria delle Ragazze.” si chiama. Stefania: Guardate che l’esperienza della televisione è molto formativa. E quando mi invitano, io ci vado sempre. Io mi sporco le mani, io sperimento, provo… Io non passo la vita a fare la snob. Dadina: Senti un po’, stai dicendo che un romanziere impegnato ha una sorte di vantaggio, diciamo di salvacondotto rispetto a romanziere chi si occupa che ne so, di… sentimenti? Jep: Ma certo che sta dicendo questo, certo. Stefania: La causa per cui uno impegna la propria vita non è secondaria. Metti l’importanza di costruire una famiglia, di dedicarsi con sacrificio e impegno quotidianamente all’educazione dei ragazzi. Io e Eusebio abbiamo quattro figli, facciamo insieme un percorso, progettiamo. Io faccio i salti mortali per essere madre e donna. Ma alla fine della giornata sento che sono stata utile, che ho fatto qualcosa di importante e interessante. Dadina: Noi che non abbiamo figli, secondo te, dovremmo accarezzare la l’idea del suicidio? Stefania: Non parlo di te, naturalmente. Jep: Parla di me. Stefania: Dadina, lo sai quanto ti stimo, no? Tu sei una donna “cazzuta”. Jep: Usi “cazzuta” in uno dei tuoi undici romanzi? Stefania: Si, uso la parola “cazzuta” nei miei romanzi. Ci provo ad essere moderna. Romano: La modernità è cazzuta. Jep: De gustibus… Quante certezze, Stefania. Non so se invidiarti o provare una forma ribrezzo. Stefania: Si, ho delle certezze. Ho cinquantatré anni… Jep: Portati benissimo. Romano: Molto. Stefania: Ho cinquantatré anni, ho sofferto, mi sono rialzata e adesso ho imparato molte cose dalla vita. Bene, vedo che non ribattete più, finalmente. Jep: Stefa’, non ribattiamo perché ti vogliamo bene. Non vogliamo metterti in imbarazzo. Ma insomma tutte queste vanterie, tutta questa ostentazione seriosa di io, io, io, questi giudizi sprezzanti tagliati con l’accetta nascondono una tua fragilità , un tuo disagio, e soprattutto una certa serie di menzogne. Noi ti vogliamo bene, certo conosciamo anche le nostre menzogne ma proprio per questo a differenza tua finiamo per parlare di vacuità , di sciocchezzuole, di pettegolezzi, proprio perché non abbiamo nessuna intenzione di misurarci con le nostre meschinità . Stefania: Ma di che menzogne stai parlando? Tutto quello che ho detto è vero! È come sono, è quello in cui credo. Jep: Ti prego, mi vanto di essere un gentiluomo, non mi fare crollare l’unica certezza che ho, eh? Stefania: No, no, no, no, no, adesso tu per favore mi dici quali sarebbero le mie menzogne le mie fragilità bello mio, eh, io sono una donna con le palle, parla, avanti, su, parla. Jep: Su “donna con le palle” crollerebbe qualsiasi gentiluomo. Stefà , l’hai voluto tu, eh? In ordine sparso. La tua vocazione civile ai tempi dell’università non se la ricorda nessuno, molti invece ricordano personalmente un’altra tua vocazione che si esprimeva a quei tempi, ma si consumava nei bagni dell’università . La storia ufficiale del partito l’hai scritta perché per anni sei stata l’amante del capo del partito. I tuoi undici romanzi, pubblicati da una piccola casa editrice foraggiata dal partito, recensiti da piccoli giornali vicini al partito, sono romanzi irrilevanti, lo dicono tutti questo non toglie che anche il mio romanzetto giovanile fosse irrilevante, su questo ti do ragione. La tua storia con Eusebio? Ma quale? Eusebio è innamorato di Giordano, lo sanno tutti. Da anni. Pranzano tutti i giorni da Arnaldo al Pantheon, sotto all’attaccapanni come due innamoratini sotto alla quercia. Lo sanno tutti e fate finta di nulla. L’educazione dei figli che tu condurresti con sacrificio minuto per minuto: lavori tutta la settimana in televisione, esci tutte le sere, pure il lunedì quando non si manifestano neppure gli spacciatori di popper, i tuoi figli stanno sempre senza di te, pure durante le vacanze lunghe che ti concedi, poi hai per la precisione: un maggiordomo, un cameriere, un cuoco, un autista che accompagna i ragazzi a scuola, tre baby sitter, insomma, come e quando si manifesta il tuo sacrificio? Queste sono le tue menzogne e le tue fragilità . Stefà , madre e donna: hai cinquantatré anni e una vita devastata, come tutti noi. Allora, invece di farci la morale, di guardarci con antipatia, dovresti guardarci con affetto. Siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che guardarci in faccia, farci compagnia, pigliarci un poco in giro. O no?
Romano : Che cosa avete contro la nostalgia eh? È l’unico svago che resta a chi è diffidente verso il futuro.
Jep : finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.